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cinema italiano

Il cinema italiano e quello estero: differenze e caratteristiche

Il mondo del cinema, un universo variegato, capace di unire culture differenti ed annullare le distanze tra i popoli. Tuttavia, ogni nazione presenta le proprie peculiarità riguardo a questa tecnica artistica, differendo nelle possibilità economiche ma anche nelle tecniche utilizzate a livello di sceneggiatura, generi di successo, linguaggio e comunicazione.

Il cinema italiano è sempre stato considerato un prodotto di livello, con grandissimi registi, come i compianti De Sica e Pasolini, ed attori dal calibro internazionale, magari meno prestanti dei colleghi americani ma con una capacità espressiva incredibile per intensità e capacità di immedesimazione.

LE CARATTERISTICHE DEL CINEMA ITALIANO

Si tratta di un’industria vera è propria, è corretto, ma risulta sempre molto riduttivo paragonare il cinema italiano solo ad un’azienda atta a produrre quanto più profitto possibile, in quanto la sua caratteristica principale è certamente quella dell’emozione. Sin dai tempi del dopoguerra, passando per i capolavori di Troisi, fino ad arrivare alle eccellenti interpretazioni di Favino, l’Italia si è distinta per una concezione intima e profonda con la quale ha marchiato ogni genere prodotto, trattando temi talvolta veramente difficili con un garbo ed una delicatezza unici nel loro genere.

Il cinema italiano vive di una continua commistione tra componente drammatica e comica, talvolta anche nella stessa pellicola, dove convive una sottile ironia del dramma o un senso di agrodolce nella risata. Si pensi ad esempio ai film di Carlo Verdone, dove il divertimento che provoca risate con le lacrime agli occhi lascia comunque nello spettatore, alla fine della visione, un senso di amarezza difficile da scrollarsi. I film italiani tentano sempre di provocare una riflessione nel pubblico, cercando di coinvolgerlo attraverso esperienze che lui stesso può sentire vicine perché vissute in prima persona, concentrandosi di frequente sull’aspetto familiare e sulle dinamiche contorte che possono nascere al suo interno, prediligendo l’aspetto del dialogo.

LE DIFFERENZE CON IL CINEMA ESTERO

Al giorno d’oggi i giganti dell’industria cinematografica contro i quali ogni cinema nazionale combatte sono quello americano e quello indiano. L’approccio alla pellicola e all’intrattenimento è totalmente differente, ricercando in ogni genere quanta più spettacolarità possibile.

Dove il cinema italiano propone articolati dialoghi ed una certa staticità nell’ambientazione, con una quasi totale assenza degli effetti speciali e del genere fantasy, il cinema estero tende ad inserire quanta più finzione possibile all’interno di ogni film, che cerca di discostarsi dalla vita reale dello spettatore per proiettarlo in un mondo fatto di azione e personaggi brillanti, privi di debolezze e chiusi nelle loro armature. Si tratta di due concezioni completamente opposte: da un lato l’intimità e l’immedesimazione, dall’altro l’azione estrema e l’inverosimile. Per questo ad essere coinvolte sono due tipologie di pubblico distinte: da un lato quello che vuole partecipare e riflettere, dall’altro tutti coloro che desiderano godersi uno spettacolo che li sollevi dalla semplicità delle incombenze quotidiane.

Anche quando l’Italia ha proposto un prodotto fantascientifico totalmente innovativo per il suo mercato, come “lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti, lo ha reinterpretato in una chiave umana troppo radicata per scomparire del tutto, creando un film per molti veramente valido. Un’altra importante differenza tra il cinema italiano e quello estero è certamente costituita anche dai budget investiti, sia per quanto riguarda il cache degli attori che il resto della produzione. Si tratta di guadagni imparagonabili, che consentono di investire quantità di denaro impensabili per creare l’effetto wow tanto amato dal pubblico.

Ultimo aspetto che è importante sottolineare è quello del ricambio generazionale degli attori. In Italia si tende spesso a rimanere ancorati ad una serie di personaggi di successo, che tendono in determinati periodi a monopolizzare la maggior parte delle produzioni, come ad esempio il Favino di turno, uno dei migliori sul panorama mondiale al quale viene ormai offerto ogni sorta di ruolo.

All’estero, invece, le possibilità per gli attori e i produttori emergenti sono certamente maggiori; si pensi ad esempio al giovane Tarantino, che negli anni ’90 incontrò la fiducia del pubblico nonostante l’inesperienza e la mancanza del nome.

QUESTIONE DI GUSTI

Come per ogni ambito della vita, anche nel cinema ognuno di noi ricerca ciò di cui ha più bisogno. In questo caso il dilemma è tra la possibilità di riconoscersi e quella di distaccarsi da se stessi, tra le quali la mia predilezione va sempre per la prima e per tutto quell’universo sfaccettato di emozioni che è il cinema italiano.